Le Società di Capitali costituiscono circa il 75% del totale. In Lombardia e Veneto il 30% delle imprese familiari. Per la prima volta dal 2020, il mese di dicembre segna più Scioglimenti che Costituzioni di Società. Aumentano le operazioni societarie "straordinarie", quali Trasformazioni, Fusioni e Scissioni.
Nel 2023 le imprese a conduzione familiare risultano prevalentemente localizzate in Lombardia e Veneto (sommate insieme raggiungono il 30% circa del totale delle imprese familiari). Più in generale, il fenomeno dell’associazionismo tra familiari nella conduzione dell’attività di impresa è allocato costantemente per più del 60% dei casi al Nord del Paese. Nelle Isole viene costituito non più del 7% delle Imprese familiari presenti sul territorio Nazionale (Tab. 50 e Tab. 51).
Figura 51.1. Costituzione di impresa familiare per area geografica (Tassi per 100.000 abitanti)
Le costituzioni di Impresa Familiare risultano in linea, come numeri assoluti, con l’anno 2022, comunque in numero inferiore rispetto ai livelli pre - pandemia.
Più della metà (il 52% circa) delle Costituzioni di Impresa Familiare è concentrata nel mese di dicembre, a ridosso della chiusura del periodo d’imposta (Tab. 51.1).
La netta maggioranza degli associati dall’imprenditore si trova come sempre nella fascia d’età 18 – 35 anni (per convenzione, considerati “giovani”), e prevalentemente (circa il 60%) costituita da soggetti di sesso maschile. Si conferma nel 2023 il leggero incremento nella fascia di età degli over 55 che si era già rilevato nell’anno 2022, trattandosi evidentemente di un fenomeno non isolato, ma bensì di conseguenze della crisi Covid che portano dentro la categoria dei familiari “coinvolti” dall’imprenditore, anche soggetti usciti dal mondo del lavoro, e non soltanto figure che vi si affacciano per la prima volta (Tab. 52 e Tab. 53).
Nel panorama degli atti costitutivi di Enti che esercitano attività di Imprese in forma collettiva, le Società di Capitali costituiscono addirittura il 75% del totale a dimostrazione del fatto che il tipo S.R.L. ha praticamente soppiantato le collettive e le accomandite (Tab. 54).
Inoltre, come da tradizione, il primo semestre dell’anno registra un numero molto più elevato di nuove iniziative economiche collettive (costituzioni) (75.500 circa), rispetto al secondo semestre (60.600 circa); e nel solco degli anni precedenti si conferma inverso il rapporto tra i due semestri, quanto al numero di scioglimenti: circa 14.500 nel primo, e circa 29.700 nel secondo semestre.
In leggero aumento (3% in più) le costituzioni di Imprese collettive in generale nel 2023 rispetto al 2022.
Al secondo posto per numero di atti costitutivi in percentuale si trovano le Società di Persone e le Associazioni temporanee di Imprese, ma il rapporto è molto sbilanciato a danno di queste due ultime categorie, che costituiscono ciascuna il 12% circa del totale.
Da notare come il fenomeno della Cooperazione stenti ad affermarsi nel Paese: gli atti costitutivi delle società mutualistiche superano di poco l’uno per cento del complesso delle Costituzioni.
Più in generale, circa il 45% degli atti costitutivi viene stipulato nelle regioni del Nord, mentre per contro appena l’8% nelle Isole (Tab. 55 e Tab. 56).
Il mese di dicembre di ogni anno si conferma come quello in cui si concentrano gli scioglimenti di società: durante l’anno esaminato, il primo intero semestre registra quasi lo stesso numero di scioglimenti del solo mese di dicembre. Viceversa, le new-co prendono vita, prevalentemente, nei primi due mesi dell’anno, nei quali si concentra quasi un quinto del totale degli atti costitutivi dell’intero anno (Tab. 57).
Peraltro anche l’anno 2023 fortunatamente vede le costituzioni prevalere nettamente, in numero assoluto, sugli scioglimenti.
Da registrare, nell’ambito delle modifiche statutarie, che appena il 14% di esse consistono in aumento di capitale effettivo (non legato cioè ad un ripianamento perdite).
Nel 2023, nel complesso, si sono attuate circa 10.000 modifiche statutarie in più, rispetto all’anno 2022 (Tab. 58).
E, a tal proposito, emerge che più del 60% circa degli atti di modifica dello statuto è stipulato nel Nord del Paese (Tab. 59 e Tab. 60). Anche per le modifiche statutarie in genere (diverse da Scioglimenti) si riscontra l’effetto emotivo del fine anno, in quanto più del 25% dell’intero anno, si registra nei mesi di novembre e dicembre (Tab. 61). Tutti questi dati confermano il trend degli anni precedenti.
Nel 2023 il volume complessivo delle operazioni societarie “straordinarie”, quali Trasformazioni, Fusioni e Scissioni, che manifestano la volontà dell’imprenditore di rilanciare l’attività, ripensando la propria struttura organizzativa, mediante modifiche del tipo societario (prevalentemente di tipo evolutivo) ovvero accorpamento di più enti collettivi tra loro, ovvero mediante diversificazione e specializzazione di intere porzioni delle proprie strutture, sempre al fine di ottimizzare i costi e le risorse, è superiore, fortunatamente, a quello, già elevato, registrato nell’anno 2022 dopo il forte calo dell’anno della pandemia (le operazioni straordinarie nel 2019 sono state circa 18.200, nel 2020 sono scese a circa 16.200, per risalire nel 2021 a circa 18.800, mantenersi a 19.000 circa nel 2022, e salire ancora a 21.849 nel 2023, numeri cioè analoghi ai valori pre-Covid) (Tab. 62).
Infine, si osserva che oltre il 50% del totale di tali operazioni, che potremmo considerare direttamente proporzionali allo sviluppo dell'impresa, è concentrata nelle tre regioni più industrializzate di Italia, e cioè Lombardia, Veneto e Emilia Romagna (Tab. 63 e Tab. 64).
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